L’Ucraina può vantare non solo di una florida diffusione dello shogi ma anche di giocatori di primo livello che negli ultimi anni si sono distinti per i risultati ottenuti nei campionati est-europei e internazionali. Ce lo racconta Sergii Shypkin, uno dei fondatori dell’associazione Ukrainian Shogi Dojo. [Leggere il post-scriptum]


Ciao Sergii. Prima di tutto grazie per l’intervista. Parlaci un po’ di te in modo che i nostri lettori possano conoscerti meglio.

Ciao, Francesco. Sono un ingegnere informatico, vivo a Kiev, in Ucraina. Quando ero uno studente ero un fan degli anime.  Mi interessavo a tutto ciò che riguardasse la cultura giapponese e così ho deciso di imparare la lingua giapponese. Come risultato ho ottenuto il certificato JLPT N2 [Japanese Language Proficiency Test – NdR] nel 2015 ritenendomi soddisfatto dell’obbiettivo raggiunto: inizialmente puntavo solo a guardare anime senza traduzione, ma in seguito questa competenza linguistica si è rivelata ancor più utile permettendomi di leggere testi giapponesi sullo shogi, guardare video e comunicare con i nostri amici dal Giappone.

Quando è avvenuto il tuo primo incontro con lo shōgi? Cosa ti ha spinto ad avvicinarti a questa disciplina?

Essendo interessato alla cultura giapponese, naturalmente sapevo dello Shogi e del Go fin dall’inizio. Nel frattempo, mi sono procurato set e libri di Shogi e di Go. Ma sfortunatamente ero troppo occupato con un sacco di altre cose e non ero sicuro che avrei mai iniziato ad impare questi giochi.

Ho studiato giapponese all’Ukraine-Japan Center (UAJC) a Kiev e lì, ogni anno, tenevano lezioni di Shogi e di Go, a cui inizialmente non partecipai. Fino a quando, nel febbraio 2018 mia moglie mi ha nuovamente proposto questi corsi e così ne presi parte ed ora eccomi qui.

All’inizio hai avuto particolari difficoltà nella pratica dello shōgi?

Dopo aver essermi iscritto ai corsi e prima che le lezioni fossero iniziate, ho deciso di praticare un po’ di Shogi. Ho installato un’applicazione di Shogi sul mio smartphone e ho provato a giocare con dei giocatori umani. L’unico problema era che tutte quelle partite venivano giocate in byo-yomi 60 secondi e non c’era tempo per pensare a come contrastare il Bougin [il “bougin” è una tattica dello Shogi, nota anche come “climbing silver”, o, in italiano, “argento rampicante” – NdR], per esempio. Era terribile.

E qui ho capito che dovremmo avere delle conoscenze che ci guidino quando non abbiamo abbastanza tempo per pensare a una situazione. Ciò significa che, prima di tutto, dovremmo avere alcune conoscenze teoriche riguardanti i Tesuji [tatticismi – NdR], Joseki [aperture – NdR], Sabaki [massimizzazione dell’efficienza dei pezzi, soprattutto nel mediogioco – NdR], Hissi [problemi di pre-matto – NdR] e Tsume-shogi [problemi di matto – NdR]. E la seconda parte importante è la pratica, sia online che offline.

Durante queste lezioni, ho incontrato Ihor Strumetskyi e nell’agosto 2018 abbiamo deciso di lanciare l’Ukrainian Shogi Dojo per diffondere lo Shogi in Ucraina. Danylo Labenskyi si è unito a noi nel settembre 2018 e da quel momento continuiamo a portare avanti il Dojo. Qui, vorrei dire “Grazie dal profondo del mio cuore!” a tutti coloro che si sono uniti al core team, che partecipano ai nostri incontri settimanali, e naturalmente a tutti coloro che ci sostengono dal Giappone.  

Sul tuo profilo facebook ci sono diverse foto di te che giochi a shōgi indossando abiti tradizionali giapponesi. In quali occasioni particolari indossi il kimono?

Nell’Ukrainian Shogi Dojo consideriamo lo Shogi non come un semplice gioco, ma piuttosto come una parte della cultura giapponese. Così, cerchiamo di partecipare a diversi eventi in Ucraina correlati allo shogi, come festival di anime e altro. Ma organizziamo anche alcuni eventi per conto nostro, come seminari, presentazioni di master-class etc.

Alla fine del 2020, abbiamo chiesto all’UAJC [Ukraine Japanese Center – NdR] di aiutarci ad organizzare una sessione fotografica dove abbiamo potuto simulare partite professionali di Shogi. Naturalmente, tutti i partecipanti indossavano il kimono. È stato molto divertente e abbiamo fatto un sacco di foto interessanti. Poi ci siamo chiesti: cosa succederebbe se potessimo non solo fare delle foto, ma anche svolgere una vera partita? Così è nata l’idea di organizzare sia il torneo KuroNekoSen (maschile) che il torneo ShiroNekoSen (femminile).

Segui una routine particolare per allenarti e migliorare nello shōgi? Giochi solo contro gli umani o anche contro l’IA?

Il COVID-19 mi ha aiutato su questo punto. A partire da marzo 2020, tutte le attività offline sono state severamente proibite qui in Ucraina e, di conseguenza, abbiamo iniziato attività online.

Prima della quarantena, mi è stato chiesto di chiarire quali tipi di aperture esistono nello Shogi. Ho accettato la fida e ho iniziato il mio percorso di apprendimento e insegnamento. Una volta alla settimana avevamo un incontro online in Zoom dove spiegavo diversi Tesuji e Joseki. Tutte quelle lezioni sono state registrate e il video è disponibile sulla nostra pagina Facebook. Si è trattato di un tempo abbastanza impegnativo. In una settimana ho dovuto trovare, controllare e preparare il materiale per le lezioni. Non c’erano tali informazioni nella mia lingua madre e quindi ho dovuto rivedere un sacco di materiale in inglese, giapponese e talvolta anche in altre lingue europee. Ma ora abbiamo tutte queste informazioni archiviate e liberamente disponibili.

Per quanto riguarda i match, mi piace giocare offline. Anche le partite online sono un ottimo strumento perché ci consentono di giocare con persone di svariati paesi che giocano in modo diverso e insolito. Penso che questo sia molto utile per migliorare le mie capacità.

Non mi piace giocare contro l’IA. Beh, certo, potrebbe anche essere utile, ma a volte il motore fa alcune mosse strane che non potrebbero mai apparire nelle partite reali. La parte utile qui è l’analisi post-partita, dove posso vedere dove ho sbagliato durante la partita.

Hai un’apertura preferita? Se sì, cosa ti affascina di quell’apertura?

Prima di studiare diversi Joseki, giocavo principalmente lo stile Bougin o Ishida [apertura con torre in terza colonna e possibile attacco a sorpresa – NdR] solo perché queste aperture erano descritte nel mio primo libro di Shogi. Tuttavia ora posso giocare diverse strategie e diverse aperture. Naturalmente, ci sono alcuni pro e contro per tale approccio. Per esempio, nei tornei online posso rivedere le partite del mio avversario e preparare una strategia per quel particolare caso. Ma è davvero difficile battere qualcuno che gioca sempre una propria strategia preferita. Ad ogni modo, preferisco giocare la torre statica [apertura in cui la torre resta nella colonna di partenza – NdR].

Grazie dell’intervista, Sergii, spero di incontrarti presto!

Questa intervista è stata concessa pochi giorni prima che la Russia invadesse l’Ucraina. Sergii Shypkin è stato personalmente ricontattato dalla redazione e ha confermato di stare bene e ha detto di credere fermamente che tutto si risolverà per il meglio. La redazione esprime la propria solidarietà a Sergii Shypkin, all’Ukrainian Shogi Dojo e alla popolazione Ucraina tutta.